Tuesday, July 5, 2016

Letters in Films: Il Postino

Il Postino (1994 ) é un film diretto da Michael Radford e Massimo Troisi. La trama è basata nella novela Ardiente paciencia (1985) de Antonio Skarmeta.
 

Da www.imdb.com

Il film comincia con Mario (Massimo Troisi) toccando con affetto una cartolina dell'America. Poco dopo lo vediamo conversando con suo padre, e intuiamo che in questo luogo non c'è proprio nulla di cui parlare. Ma questo cambia quando il poeta cileno Pablo Neruda
(Philippe Noiret) viene esiliato dal suo paese per motivi politici è viene a vivere nel paesino.

Lo scrittore,conosciuto per le sue idee comuniste e la sua poesia d'amore, "l'argomento preferito dal sensibile animo femminile", è esiliato a Roma e va a vivere nell 'isola, nella Calla di Sotto, dove Mario gli va a consegnare le lettere. Tra i due comincia a crescere lentamente un'amicizia disuguale nella quale Neruda si converte nel maestro di Mario, aiutandolo a conquistare Beatrice (Maria Grazia Cucinotta) anche se durante il film pure Neruda qualcosa impara.

Come curiosità facciamo notare che Troisi ha partecipato come regista e ha collaborato anche nella redazione della trama, inoltre ha rimandato un'operazione al cuore per poter essere l'attore principale. È morto il giorno dopo della registrazione.

Anche se l'argumento del film è semplice, la cinematografia e i paesaggi sono meravigliosi. La topografia variata dell'isola (i faraglioni, le spiagge, il porto e le montagne) incornicia e appoggia la storia. Inoltre il film è pieno di tenere e utili lezioni sulla vita, l'amicizia e l'amore, che ci incoraggiano a vederlo più volte. Ci sono delle scene memorabili: la delusione di Mario,quando dopo aver fatto le prove davanti allo specchio trova il coraggio di chiedergli un autografo che Neruda firma con solo un "Attentamente, Pablo Neruda"; la scena dove Mario gli chiede al poeta cos'è una metafora e lui gli confessa che pure a lui succedeva lo stesso ma non sapeva come poterlo esprimere; quella dove gli chiede come diventare un poeta e Neruda gli suggerisce camminare lentamente sulla baia e di soffermarsi su tutti i dettagli; o quando la madre di Beatrice va dal prete per accusare a Mario di star scaldando la ragazza come una estufa con "metáfore", perché secondo lei cuando un uomo ti tocca con le parole non tarda nel metterti le mani addosso; o cuando Mario, colto dalla disperazione, va da Neruda per chiedergli aiuto, perché è logico, gli ha insegnato a usare la lingua non solo per attaccare i francobolli e adesso è in panne.


“La poesia non è di chi la scrive, ma di chi se ne serve”

 (Antonio Skármeta)

Grazie, un'altra volta, a Samuele e Belén per la traduzione!

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